Domande frequenti (FAQ)
La bioenergetica è una pratica corporea come la Mindfulness, lo Yoga , il Qi gong, il Reiki e molte altre che attraverso delle sequenze di esercizi ha lo scopo di far prendere coscienza delle tensioni corporee e dei vissuti che le accompagnano. Questa consapevolezza consente gradualmente il rilascio delle tensioni corporee dovute allo stress, sia quello dovuto a circostanze contingenti e momentanee sia quello cronico detto “stress di stato”.
No, la bioenergetica intesa come pratica corporea non è una psicoterapia. E’ piuttosto una modalità di cura del proprio Sé “integrale” che attraverso il corpo e le sue sensazioni arriva a integrare e pacificare i vissuti emotivi. Esiste anche una psicoterapia di derivazione bioenergetica, l’Analisi Bioenergetica che però non rientra nelle mie competenze e nei servizi che offro: per questa è necessario rivolgersi ad uno psicoterapeuta e non ad un counselor.
La grande intuizione di Alexander Lowen, e prima di lui del suo maestro Wilhelm Reich, è stata mostrare come ogni vissuto emotivo abbia una corrispondente manifestazione nel corpo dove lascia una traccia indelebile: il nostro corpo è come una mappa fedele delle emozioni vissute nel corso della nostra vita. Lavorando con il corpo, su respiro, movimento ed espressione, è possibile far riemergere, almeno in parte, le memorie emotive passate e integrarle nella vita presente, sciogliendo così le tensioni che le tenevano imprigionate e ritornando in possesso dell’energia che serviva per tenerle bloccate.
Il counselor somatorelazionale ha una formazione in parte basata sulla bioenergetica e in parte sulla teoria classica rogersiana. Quindi, oltre agli strumenti tradizionali del counseling di ispirazione rogersiana, possiede nella propria “cassetta degli attrezzi” anche alcuni strumenti di “risonanza corporea”: è addestrato ad ascoltare il cliente non solo in quello che dicono le sue parole ma tutta la sua espressione corporea ed energetica. D’accordo con il cliente, può anche integrare il percorso di counseling con strumenti di consapevolezza corporea, quali semplici esercizi di scioglimento delle tensioni e di autoascolto corporeo.
Le possibilità di avvicinare la bioenergetica che io propongo sono di vario tipo, a seconda delle diverse esigenze:
- in forma individuale, con un percorso in cui puoi sperimentare le sequenze di esercizi bioenergetici in modo personalizzato in una serie di incontri della durata di un’ora, oppure con un percorso di crescita più simile al counseling vero e proprio, in cui puoi esplorare i tuoi stili di comportamento e i tuoi copioni di vita a partire dalla tua mappa corporea ed energetica, oppure, se hai già sufficientemente chiara la tua tematica su cui vuoi lavorare, anche attraverso un vero e proprio percorso di counseling che si svolge in un numero di incontri definito sin dall’inizio nei quali affronteremo la tua tematica sia sul piano verbale sia con strumenti corporei quali semplici esercizi di scioglimento delle tensioni e di autoascolto corporeo.
- in gruppo, con le classi di esercizi in presenza o online, nelle quali gli esercizi bioenergetici vengono svolti con il sostegno emotivo ed energetico del gruppo
Partecipando alle classi di esercizi o facendo incontri individuali di bioenergetica, alla fine alcune delle sequenze di esercizi più semplici potranno diventarti familiari e magari sentirai il bisogno (e il piacere) di praticarle anche da solə a casa. La pratica bioenergetica, se praticata con costanza e pazienza, può diventare un’abitudine di benessere quotidiano in un certo senso necessaria, quasi come lavarsi i denti tutti i giorni...
La bioenergetica è indicata in generale per sciogliere tutte le forme di stress che pesano sulla vita moderna e, in particolare, per chi avverte tensioni in alcune zone del corpo come collo, spalle, schiena. La distensione muscolare che è parte integrante della pratica bioenergetica favorisce il rilassamento psicofisico e migliora la concentrazione e la focalizzazione sulla propria vita presente.
Normalmente i benefici di scioglimento e rilassamento della pratica bioenergetica si percepiscono sin dal primo incontro, al termine del quale la maggior parte dei praticanti avverte un senso di benessere diffuso nel corpo e anche nell’intera persona. La pratica costante amplia progressivamente questa sensazione di benessere integrando a poco a poco i diversi vissuti, alcuni anche meno comodi, che via via emergono nel corso dei diversi incontri. Uno scopo importante della pratica bioenergetica è infatti anche l’autoregolazione, la capacità di lasciar esprimere le proprie emozioni e sensazioni nel rispetto dei propri tempi, senza strappi o forzature.
Il lavoro corporeo della pratica bioenergetica può favorire da un lato un maggior rilassamento delle tensioni e dall’altro una presa di coscienza di blocchi emotivi: entrambe le cose possono essere di aiuto per affrontare un momento di crisi o di cambiamento; tuttavia, se la crisi è profonda o il cambiamento importante, è consigliabile intraprendere un vero e proprio percorso di counseling per poter trattare le tematiche della persona sul piano sia verbale sia corporeo.
La corazza o armatura caratteriale è l’insieme di modi di reagire a livello cognitivo, emotivo e corporeo che ognuno di noi ha sviluppato a partire dai primi anni di vita per proteggersi dalle ferite che, più o meno inconsapevolmente, il mondo esterno ci ha procurato con atteggiamenti giudicanti o invasivi o trascuranti, e così via. Questo insieme di difese si è consolidato nel nostro modo di vedere e affrontare la vita perché hanno funzionato in passato proteggendoci, e quindi tendiamo a ripeterle come una sorta di copione, anche se magari la situazione presente non è più così minacciosa come quando eravamo bambini. E’ per questo che si parla di “corazza” perché ci protegge ma in un certo senso ci imprigiona: ci impedisce di evolvere verso modalità di funzionamento più mature. Poiché si tratta di una corazza emotiva ma contemporeneamente corporea (ad ogni emozione bloccata corrisponde un blocco del sentire nel corpo), per questo motivo la bioenergetica lavora sullo scioglimento dei blocchi corporei per arrivare gradualmente allo scioglimento anche dei blocchi emotivi sottostanti.
Un blocco energetico è ciò che percepiamo come una rigidità o una tensione, e a volte anche un dolore, in una o più parti del corpo ed è l’espressione di un’energia che è stata bloccata perché l’emozione sottostante è (o lo è stata in passato) non accettabile dall’ambiente circostante. La contrazione dei muscoli, spesso unita ad una respirazione ridotta, impedisce all’energia di scorrere liberamente nell’organismo riducendo la capacità di provare il piacere e la gioia di vivere. La pratica bioenergetica si propone lo scopo di sciogliere i blocchi energetici lavorando sulle tensioni muscolari e sulla liberazione del respiro.
In generale ogni tensione in una determinata regione corporea è l’espressione di un’area emotiva che stiamo bloccando per paura di sentire qualcosa di doloroso o di faticoso da accettare: la tensione indica lo sforzo per non sentire, perché è nel corpo che prendiamo coscienza delle emozioni che proviamo. Se non lo sentiamo nel corpo, ci sembra che il vissuto emotivo che non vogliamo vedere non ci sia. Così la tensione nella regione del petto (cioè del cuore) può parlare di una sofferenza affettiva, o una tensione alla gola può rimandare al non sentirci autorizzati a parlare e ad esprimerci, o una tensione allo stomaco può segnalare una difficoltà di “digerire” alcune esperienze e vissuti emotivi che facciamo fatica ad accettare.
Sì, può succedere. Avendo la pratica bioenergetica lo scopo di sciogliere i blocchi e le tensioni nel corpo, è possibile, e anche auspicabile, che le emozioni che erano rimaste “congelate” in quei blocchi affiorino alla coscienza sotto forma di stati d’animo e vissuti più o meno intensi. E’ un segnale positivo perché indica che la pratica degli esercizi non è stata solo “ginnastica” ma movimento consapevole, che ha aperto una breccia nell’abituale corazza caratteriale lasciando emergere memorie emotive dimenticate. Se ciò accade, comunque, di solito è perché l’intero organismo percepisce la situazione e il contesto come un luogo sicuro in cui potersi permettere di lasciarsi andare.
La pratica bioenergetica è particolarmente adatta per le persone che si sentono bloccate nel sentire o nell’esprimere le proprie emozioni: lavorando sul sentire corporeo, facilita la presa di coscienza delle proprie emozioni negate o bloccate e, mediante una serie di esercizi espressivi, ne incoraggia anche l’espressione corporea.
Se lo stato d’ansia è causato principalmente da ritmi di vita troppo stressanti o da eccessive pressioni ambientali, gli esercizi bioenergetici antistress possono certamente aiutarti a sciogliere le tensioni muscolari, allentare lo stress e ritrovare il radicamento e la centratura su di te. Tuttavia, se si tratta di stati d’ansia persistenti e ricorrenti, la cosa migliore è richiedere un colloquio con un terapeuta o con un counselor che potranno, ciascuno nell’ambito delle proprie competeze, valutare la gravità del livello di ansia e indirizzarti verso il percorso più appropriato (psicoterapia, counseling, ecc.).
Non essendo la bioenergetica un percorso terapeutico, può benissimo affiancarsi ad un percorso di psicoterapia: lavorando su piani diversi, la bioenergetica non interferisce con la psicoterapia ma anzi, può costituirne un complemento facilitando il rilassamento muscolare e la consapevolezza corporea. E’ possibile anche praticare, contemporaneamente alla bioenergetica, altre pratiche corporee quali yoga o mindfulness: sono tutti strumenti che, utilizzando tecniche e metodi differenti, hanno in comune l’utilizzo del lavoro sul corpo per ottenere un benessere psicofisico integrato.
La pratica bioenergetica mira al raggiungimento di uno stato di rilassamento attraverso una serie di esercizi che utilizzano in modo combinato il movimento, la respirazione, la vibrazione muscolare e l’espressione per arrivare ad uno stato finale di integrazione psicocorporea normalmente percepita come uno stato di benessere diffuso. La bioenergetica si differenzia dalle tecniche di meditazione per l’utilizzo del corpo come via privilegiata al raggiungimento di uno stato di maggiore consapevolezza di sé.
La bioenergetica non solo è compatibile con percorsi di crescita personale o spirituale ma può essere essa stessa, in un certo senso, un percorso di crescita personale perché ha tra i suoi scopi quello di ampliare la conoscenza di aspetti del proprio Sé, in particolare del Sè corporeo. Attraverso questa conoscenza esperienziale, sperimentata a livello corporeo e non solo cognitivo, gradualmente si verifica lo scioglimento di blocchi energetici e si rende disponibile nuova energia, in precedenza trattenuta a scopo difensivo, per gli obiettivi della propria crescita personale. La bioenergetica, inoltre, facilitando l’apertura al piacere e alla gioia di vivere può integrarsi con altri cammini di ricerca spirituale: lo stesso Alexander Lowen, il padre della bioenergetica, nel suo libro “La spiritualità del corpo” ha trattato questo tema sostenendo che la vera spiritualità non può essere “senza corpo”, disincarnata, ma passa necessariamente dall’esperienza dell’energia vitale che scorre nel corpo.
