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gerardinamaglione

La resa alla vita




“L’idea della resa è impopolare per l’individuo moderno, il cui orientamento si basa sull’idea che la vita sia una lotta, un combattimento, o quantomeno una contesa. Molte persone considerano la vita un’attività che tende a un qualche conseguimento, a un qualche successo. L’identità personale spesso è più legata all’attività della persona che al suo essere. Ciò è tipico di una cultura narcisista, nella quale l’immagine è più importante della realtà. Di fatto, per molte persone l’immagine si sostituisce alla realtà. In questo clima, la parola ‘resa’ è equiparata a sconfitta, ma in realtà è solamente la sconfitta dell’Io narcisistico.”

Alexander Lowen, da “Arrendersi al corpo”


Che cosa intende Lowen quando parla di “resa”?

Non ha a che fare con la rassegnazione o con una fuga dalla realtà ma, al contrario, si tratta di un “ritorno” alla realtà del nostro corpo. Si tratta di abbandonare le illusioni narcisistiche prodotte dalla mente che ritiene di poter controllare tutto.

Il nostro Io razionale, non potendo in effetti controllare tutto, vive in un equilibrio perennemente instabile avendo disimparato ad affidarsi alla saggezza del corpo che è frutto di miliardi di anni di storia evolutiva.

Quando invece la mente si arrende alla saggezza del corpo, troviamo la via di ritorno al Sé, alla nostra parte più profonda e autentica.

Il Sé non è un’altra astrazione prodotta dalla mente ma una realtà viva e pulsante che è possibile sentire attraverso il corpo. Possiamo conoscere noi stessi in profondità sentendo il nostro corpo.

La consapevolezza del Sé si fonda sulla percezione del corpo, “l’intero corpo dalla testa ai piedi”, per usare le parole di Lowen.

E’ quello che sperimentiamo nella pratica bioenergetica: quando ogni parte del corpo è carica e vibrante, ci sentiamo incredibilmente vivi. Ci arrendiamo al sentirci vivi, e cioè alla vita.


“Questa resa significa lasciare che il corpo diventi pienamente vivo e libero. Significa non tradirlo e non controllarlo. Il corpo non è una macchina che noi dobbiamo avviare o fermare. Possiede una sua mente e sa cosa deve fare. In realtà, ciò a cui dobbiamo rinunciare è l’illusione del potere della mente.”

(ibidem)

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